5 curiosità per imparare a conoscere l'Uzbekistan
Quando ho detto ai miei amici che sarei andata in Uzbekistan, la maggioranza di loro ha reagito con espressioni interrogative, preoccupate o di completo vuoto mentale su dove si trovasse questo paese e per quale motivo qualcuno dovrebbe mai volerlo visitare.
Effettivamente, quando ho cominciato a fare le mie ricerche pre partenza, mi sono imbattuta in una sorta di vuoto di informazioni, ormai un episodio più unico che raro grazie al nostro amico Internet. Forse per via della sua storia politica travagliata, questo paese è rimasto nelle retrovie per molti anni, per poi riemergere nell’ultimo periodo nel tentativo di far conoscere al mondo tutte le sue bellezze storiche, architettoniche e naturalistiche.
Ho quindi pensato che una panoramica di informazioni base fosse d’obbligo, prima di raccontarvi più nel dettaglio alcune delle incredibili esperienze che vi si possono fare.
Di seguito 5 tra le più frequenti domande che mi sono state poste da parenti e amici preoccupati per il mio stato mentale, con le relative risposte per tranquillizzarli e per incuriosirvi su questa meta inusuale ed estremamente interessante.
1. Dove si trova l’Uzbekistan? Ma non è vicino alla Russia?
L’Uzbekistan si trova in Asia centrale e confina con gli altri paesi terminanti in “-stan”: Kazakistan, Kyrgyzistan, Tajikistan, Afghanistan, Turkmenistan.
Il collegamento che viene spesso fatto tra questo paese e la Russia (che si trova in realtà ben lontana, confinando con il Kazakistan) è forse dovuto all’essere stato uno stato appartenente alla ex-Unione Sovietica (l’indipendenza è stata ottenuta solo nel 1991). Il legame con la cultura russa e le tracce di architettura sovietica sono tutt’oggi ben visibili (anche nel fatto che la maggioranza della popolazione parla correntemente russo ed uno degli alfabeti utilizzati è proprio il cirillico), ma la mescolanza tra questa cultura e quella araba, presente da ben prima dei russi, crea un curioso puzzle di usanze e tradizioni, davvero unico nel suo genere.
2. Andare in Uzbekistan è come andare in Afghanistan? Può essere pericoloso?
Un altro stato con cui l’Uzbekistan viene spesso associato è, purtroppo, il famigerato Afghanistan. Tuttavia, il legame culturale tra i due paesi non è così marcato come può sembrare. Sicuramente li unisce la religione islamica, anche se il modo in cui viene praticata è molto diverso. Inoltre, le donne in Uzbekistan non indossano il burqa, eliminato con l’arrivo dei sovietici e del comunismo, che ha anche esteso alle bambine il diritto a ricevere un’educazione scolastica.
Inoltre, un’altra comunità religiosa molto diffusa in Uzbekistan è quella ebraica, che ha anche i propri quartieri con le sinagoghe a Bukhara e a Samarcanda. Storicamente, la comunità ebraica ha contribuito fortemente allo sviluppo di queste città e vi è rimasta tutt’oggi, anche se in minor numero. I quartieri ebraici a Bukhara e a Samarcanda sono visitabili e consigliatissimi per immergersi appieno nelle radici storiche di queste due stupende città.
Anche a livello politico, Afghanistan e Uzbekistan si differenziano molto, essendo l’Uzbekistan una repubblica presidenziale ed uno stato laico.
Dal punto di vista della criminalità, fenomeni come quello del mercato nero erano molto diffusi fino a circa il 2016, anno della morte del presidente uzbeko Karimov, figura estremamente controversa e a tratti dittatoriale, che ha tenuto in scacco il paese per molti anni limitando alcune libertà tra cui quella di stampa (l’accesso al paese era quasi vietato ai giornalisti internazionali). Nonostante ciò, dopo la sua morte, l’Uzbekistan è stato capace di riprendersi e di re-instaurare rapporti pacifici con gli altri stati, anche confinanti, investire in settori come quello del turismo, della sicurezza e della modernizzazione del paese, cercando sempre però di mantenere vive ed intatte le antiche tradizioni che ancora si tramandano tra le generazioni.
Infine, il tasso di alfabetizzazione della popolazione uzbeka è del 100% e il livello di criminalità, soprattutto nelle città e nelle zone più turistiche, è davvero basso, con controlli costanti e misure severissime per chi viola la legge.
3. Per cosa è famoso l’Uzbekistan? Cosa si può visitare?
A questa domanda la mia risposta è stata sempre la stessa, particolarmente illuminante per i miei interlocutori, il cui viso prima preoccupato si è disteso in un’espressione di improvvisa comprensione e curiosità: Samarcanda.
Un nome che tutti hanno sentito almeno una volta nella vita ma che, sorprendentemente, quasi nessuno associa all’Uzbekistan (o ad una città realmente esistente). Samarcanda è così famosa, oltre grazie all’omonima canzone, anche per via del suo collegamento alla ben nota Via della Seta, essendo situata in una posizione strategicamente centrale che l’ha resa un vero e proprio crocevia di culture, di viaggiatori e di mercanti da tutto il mondo. Per alcuni, questo nome si ricollega anche al famoso condottiero Tamerlano e il suo discendente, Ulug Bek, uno dei padri fondatori dell’astronomia (potete ancora visitare parte del suo enorme sestante astronomico proprio a Samarcanda). La città è patrimonio UNESCO e conserva ancora oggi il suo antichissimo fascino, nonostante le mille peripezie e modifiche a cui è andata incontro nel corso della storia.
Un altro nome che forse ad alcuni suonerà molto familiare (soprattutto se, come nel mio caso, era uno degli argomenti preferiti dalla vostra maestra di geografia alle elementari) è il famigerato Lago d’Aral, tristemente noto per il continuo ritiro delle sue acque (dal 1986 ad oggi) fino al suo quasi totale esaurimento. Questo fenomeno è stato causato dallo sfruttamento delle già limitate risorse idriche del paese per consentire la coltivazione estensiva di campi di cotone durante la dominazione sovietica. Quel che è rimasto di questo maestoso lago è ancora visibile a patto di sottoporsi ad un lungo viaggio in jeep e su strade spesso sterrate, attraverso un’area quasi del tutto desertica. Rimane comunque un posto tristemente affascinante ed interessantissimo, soprattutto per chi vuole approfondire le tematiche ecologiche.
Ci sono ovviamente moltissimi altri posti che potete visitare in Uzbekistan e molti altri motivi per cui il paese è famoso, ma mi limito qui a citarvene soltanto alcuni in attesa dei prossimi post di approfondimento:
la capitale Tashkent, Bukhara e il quartiere ebraico, Khiva, Nukus con il suo originalissimo museo d’arte, la maestosa Valle di Fergana, la fortezza militare di Alessandro Magno e, per i più avventurosi, le montagne del Karakalpakstan.
4. Cosa si mangia in Uzbekistan? Il cibo è piccante?
Questa domanda, nonostante mi sia stata posta anche da altre persone, è stata un mio grande timore (non essendo un’amante del piccante), prima di raccogliere rassicuranti informazioni sulla cucina uzbeka. Inizio con il dirvi che in Uzbekistan non si mangia piccante. Si usano diverse spezie, tra cui il coriandolo, ma tendenzialmente non ci sono piatti piccanti.
Il piatto più famoso è il Plov, un piatto a base di riso che viene in realtà preparato in tutta l’Asia centrale, in diverse varianti e con svariate modalità, che cambiano addirittura da regione a regione all’interno di uno stesso paese. La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo di carne di quaglia e uvetta, ma lo troverete anche con altre tipologie di carne e verdure di vario genere.
Un altro elemento fondamentale della tavola uzbeka è il tè, nero e verde, che viene servito sempre durante i pasti o offerto come segno di ospitalità, versandolo in piccole tazzine di porcellana blu, bianca e dorata (la decorazione tradizionale).
E’ importante notare che la cucina uzbeka, nonostante abbia diversi piatti anche a base di sola verdura, non si presta molto alle esigenze di vegetariani o vegani. Se vorrete visitare questo paese e seguite una dieta di questo tipo, tenete sempre in conto che potreste avere, in alcuni luoghi, qualche difficoltà a reperire il cibo giusto per voi. Non si tratta tuttavia di una missione impossibile, soprattutto se vi trovate nelle grandi città, dove ristoranti di tutte le tipologie abbondano ad ogni angolo. Se però pianificate di visitare i villaggi locali, molto probabilmente la carne sarà alla base dei vostri pasti e sarebbe molto difficile spiegare a chi vi ospita che non ne potete mangiare.
5. Dove posso trovare altre informazioni sull’Uzbekistan?
Se questa breve panoramica vi ha anche minimamente interessato e volete approfondire la vostra conoscenza sull’Uzbekistan, vi consiglio qui tre fonti che mi hanno aiutata molto.
- “Lonely Planet Asia Centrale” o una guida turistica equivalente. Se volete evitare di comprarvi l’intero tomo, Lonely Planet dà la comoda possibilità di acquistare singoli capitoli alla modicissima cifra di 3,90 euro a capitolo. Qui trovate tutte le informazioni.
- “Sovietistan” di Erika Fatland. Racconta il viaggio della scrittrice nei paesi dell’Asia Centrale (potete avere così anche una panoramica degli stati confinanti e della loro storia). E’ diviso per capitoli in modo da poter leggere soltanto quelli sui paesi che vi interessano. L’unico problema è che il libro risale al 2014, quindi la situazione politica di quasi tutti i paesi trattati è radicalmente cambiata. Lo consiglio comunque perché vi fornisce tutte le basi storiche, ma va poi aggiunta una parte di storia contemporanea che potete reperire online o sulla guida turistica di vostra scelta.
- Per chi legge anche in inglese, “The Railway” di Hamid Ismailov, un romanzo che racconta in maniera ironica la vita degli abitanti di un villaggio uzbeko tra il 1900 e il 1980. Il libro non è stato pubblicato in Uzbekistan a causa della censura che vigeva all’epoca, esiste però la versione in inglese ed una traduzione russa. Molto interessante da leggere per comprendere al meglio la cultura uzbeka e la sua storia così complessa e variegata.
Vi ho incuriositi? Stay tuned per i prossimi post di approfondimento o contattatemi per organizzare il vostro prossimo viaggio in Uzbekistan!