Come visitare gli Harry Potter Studios a Londra? Ne vale la pena?
Molti di voi conosceranno già questa incredibile location per i fan, storici e non, dell’ormai leggendario Harry Potter. Persino io, fervente sostenitrice dei libri a discapito dei film, mi sono lasciata convincere a visitare i fantastici Warner Bros Studios di Londra, una parte dei quali, appunto, è interamente dedicata alla saga di Harry Potter e agli oggetti di scena dei vari film.
Per raggiungerli, acquistate insieme ai vostri biglietti il trasporto in pullman da Londra agli studios (che si trovano piuttosto lontani).
Devo dire che è stata un’esperienza fantastica ed emozionante, con tanto di qualche mezza lacrima mia e di mia cugina, da vere vecchiette nostalgiche e solo lievemente fissate con Hogwarts e i suoi abitanti.
In questo post vorrei raccontarvi quello che più mi è piaciuto del tour, nella speranza che le mie parole vi facciano vivere anche solo un minimo dell’emozione che abbiamo provato noi mentre girovagavamo per i saloni degli studios, incantate e completamente immerse in una perfetta ricreazione del mondo magico di Harry Potter.
La Sala Grande e altre emozioni
«Harry non avrebbe mai immaginato in vita sua che potesse esistere un posto tanto splendido e sorprendente. La sala era illuminata da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz’aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d’oro scintillanti. In fondo, rialzato c’era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti.»
Il primo impatto con gli studios è davvero forte, poichè si entra in quella che è la Sala Grande originale, utilizzata in tutti i film della saga e costruita con un pavimento in pietre vere, essendo calpestato giornalmente da migliaia di piedi per otto film di fila.
La Sala Grande è esattamente come la si sogna leggendo il libro e come la si vede nei film: imponente, solenne, ma al tempo stesso accogliente come il salotto di casa.
Veniamo fatti accomodare su alcune sedie, poste davanti ad un portone in legno che, una volta spalancato, catapulta direttamente ad Hogwarts, tra l’esatta riproduzione delle scale del castello e mille altri oggetti di scena che, come per effetto di un qualche incantesimo, vi ingloberanno e vi astrarranno completamente dalla realtà al di fuori degli studios.
Dopo una breve presentazione, viene trasmesso un video estremamente commovente con interviste alla Rowling, a chi ha partecipato alla creazione dei film e ad alcuni fan.
E giù lacrime, senza essere nemmeno ancora entrate effettivamente nella mostra vera e propria. Un inizio ben studiato ed assolutamente promettente!
La Foresta Proibita, tra Fierobecco e i ragni giganti
“Harry, Ron e Hermione si scambiarono sguardi eloquenti. Non erano mai stati della stessa opinione di Hagrid su quelle che lui definiva ‘creature interessanti’ e gli altri chiamavano ‘mostri orribili’. D’altra parte, non sembrava che Fierobecco fosse particolarmente pericoloso. In effetti, rispetto alla media di Hagrid, era piuttosto carino.”
La prima sala enorme in cui vi troverete contiene in realtà un quantitativo smisurato di oggetti di scena di ogni tipo, nonchè pezzi di set vari: la casa dei Weasley, parti del Ministero della Magia, parti di Hogwarts, costumi di ogni genere, l’aula di pozioni, le scope da Quidditch, l’ingresso allo studio di Silente e molto altro ancora.
Se arrivate senza essere impazziti alla fine di questo enorme spazio d’esposizione, immersi ormai in un mondo magico anche grazie alla lieve e famosissima musichetta dei film, divulgata in sottofondo, vi ritroverete davanti all’ingresso dell’inquietante Foresta Proibita. Una fitta nebbia comincerà ad avvolgervi mentre vi addentrate tra giganteschi tronchi d’albero, la cui cima rimane immersa nel buio, con lampi e tuoni in sottofondo ed inquietanti ragni giganti, i seguaci di Aragog, che, dal nulla, vi caleranno minacciosi sulla testa. Non può mancare qui il ben noto Fierobecco, una delle varie versioni create per il film e automatizzato.
Purtroppo le foto non riescono a rendere l’accuratezza di questo tratto di mostra, essendo appunto tutto molto buio e fumoso.
Un’esperienza da brivido, dalla quale uscirete assolutamente esaltati, alla ricerca della prossima avventura dietro l’angolo.
Diagon Alley
«Harry avrebbe voluto avere altre quattro paia di occhi. […] Alcuni negozi vendevano abiti, altri telescopi e bizzarri strumenti d’argento che Harry non aveva mai visto prima; c’erano vetrine stipate di barili, contenenti milze di pipistrello e pupille di anguilla, pile traballanti di libri di incantesimi, penne d’oca e rotoli di pergamena, boccette di pozioni, globi lunari…»
Diagon Alley è stata ricostruita perfettamente: una strada acciottolata e misteriosa si snoda tra strane costruzioni in legno, mezze storte e sormontate da insegne a dir poco bizzarre. Guardando le vetrine, scorgerete una serie di oggetti meravigliosi, dalle scope da Quidditch, agli scherzi di Fred e George.
Il tutto è curato nel minimo dettaglio e vi fermerete ad ogni negozio sperando di poter entrare ad acquistare anche voi l’occorrente per il venturo anno scolastico ad Hogwarts (aggiungerei, inutilmente sospirato da quando avevo 11 anni, come credo la maggioranza dei fan).
In casa con i Dursley e sul Nottetempo
«Si udì un BANG assordante e Harry alzò le mani per ripararsi da un’improvvisa luce accecante… (…) Un attimo dopo, un gigantesco paio di ruote sovrastate da due enormi fanali frenava bruscamente a pochi centimetri da lui. Come Harry poté constatare, il tutto apparteneva a un autobus a tre piani di un viola intenso, apparso dal nulla. Le lettere d’oro sul parabrezza dicevano: “Il Nottetempo”.»
Arrivati circa a metà del percorso, troverete una zona dove ci si può rifocillare, dopo tutte le emozioni, con tanto di possibilità di assaggiare la Burrobirra (spoiler: non è buona come sembra e non è alcolica). Le vetrate della food court danno su una zona esterna dove vedrete l’anticipazione di ciò che vi aspetta nella seconda parte del tour: la casa di Privet Drive (proprio quella), un pezzo del ponte di legno del castello di Hogwarts, presente solo in alcuni film, il meraviglioso Nottetempo e altri oggetti di scena, come i pezzi degli scacchi giganti del primo film e la macchina volante che Harry e Ron hanno involontariamente guidato nei cieli Babbani nel secondo film.
Io e le mie cugine ci sbizzarriamo in questo tratto di mostra, ormai totalmente euforiche dopo quanto visto fino a quel momento. Esploriamo ciascun oggetto di scena e pezzo di set con estrema cura, esibendoci in scarse performance che avrebbero dovuto mimare quanto accade nei film. Un delirio totale, un quantitativo di foto imbarazzante (e imbarazzanti), ma senza dubbio questa parte di mostra merita davvero. Forse, essendo all’aperto, unisce ancora di più il mondo magico, evocato dagli oggetti di scena, con quello reale, creando un incredibile effetto di verosimiglianza con le dinamiche del libro, un mondo magico parallelo a quello a noi noto dei Babbani. L’esistenza del quale non viene da me tuttora del tutto negata. Non si sa mai.
Attaccati da un Drago alla Gringott
«Entra, straniero, ma ti ricordo
cosa spetta a chi è ingordo.
Chi prende senza meritare
molto cara la dovrà pagare.
Quindi se cerchi nei sotterranei qui da noi
tesori che non furono mai tuoi,
sta’ attento, ladro, sei avvisato:
ben altro che un tesoro ti è riservato.»
Quando pensate che le meraviglie siano finite, a sorpresa vi ritroverete direttamente dentro alla ricostruzione della Gringott, con i suoi piccoli Goblin ad accogliervi dietro alti ed imperiosi scranni. La banca è esattamente quella del film, con i suoi eleganti lampadari e le luci quasi anni ’20.
Ma la parte più incredibile è quella che segue l’atrio. Vi troverete infatti in una Gringott completamente distrutta dai draghi. Una fitta nebbia (in parte reale, in parte proiettata su uno schermo, che però vi sembrerà vero) vi nasconderà strane ombre, che si riveleranno appartenere ad un enorme drago, il quale si avvicinerà a voi sempre più minaccioso, sputando infine un’enorme fiammata distruttrice.
Le bacchette di Ollivander e la fine del Tour
«Il negozio era angusto e trasandato. Un’ insegna a lettere d’oro scortecciate sopra la porta diceva: ‘Ollivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.’ Nella vetrina polverosa, su un cuscino color porpora stinto, era esposta una sola bacchetta. Un lieve scampanellio, proveniente da anfratti non meglio identificati del negozio, accolse il loro ingresso. Era un luogo minuscolo, vuoto, tranne che per una sedia malferma (…) Harry si mise a osservare le migliaia di scatoline strette strette, tutte impilate in bell’ordine fino al soffitto. (…) Persino la polvere e il silenzio di quel luogo sembravano fremere di una segreta magia.»
Dopo aver attraversato alcune interessantissime stanze che illustrano il funzionamento meccanico delle strane creature del film e come sono state create le maschere e i trucchi (mestiere assolutamente affascinante), vi ritroverete in un enorme stanzone dove, immerso in una solenne luce blu, è stato ricostruito un modello enorme del castello di Hogwarts nella sua versione finale, ossia quella elaborata in otto film e da diversi registi che vi hanno partecipato.
Il modello è stato utilizzato per filmare le scene panoramiche che ritraggono gli esterni del castello ed è a dir poco meraviglioso. Una passerella vi corre intorno, per poterlo osservare da tutte le angolazioni, e a stento ve ne allontanerete per procedere verso l’ultima, purtroppo, stanza del tour, ossia l’interno dell’incredibile negozio di bacchette di Ollivander. Pareti e pareti di scatoline colorate contenenti bacchette dalle fogge e composizioni più svariate ed improbabili, esattamente come ve lo sareste immaginato leggendo il libro.
Un finale degno dell’intera mostra, anche se, una volta finito tutto vorrete comprare un altro biglietto e rifare il giro da capo!
Già nostalgiche, io e le mie cugine ci riposiamo sotto un enorme drago appeso al soffitto di uno degli atri principali, una strana malinconia che serpeggia sotto all’entusiasmo per quanto appena visto. E’ la malinconia che si prova per una storia che è stata parte integrante e attiva della nostra vita, è cresciuta letteralmente con noi, diventando qualcosa di reale, come l’avessimo vissuta in prima persona. Un ricordo vero e proprio, non soltanto una serie di libri, qualcosa di vivo e animato che abbiamo conosciuto e amato e che per sempre rimarrà nelle nostre menti e nei nostri cuori.
“The stories we love best do live in us forever“
J.K.Rowling
Se vi state domandando chi o cosa siano alcune delle cose che ho citato in questo post o se volete sapere da dove ho tratto le citazioni dei libri (all’inizio di ogni paragrafo) potete consultare questi due accuratissimi siti dove troverete letteralmente di tutto sull’argomento!
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